RECORD DI SCAVO A -250 METRI DI PROFONDITA'

05 nov 2012

Il Gruppo Trevi ancora una volta ha scritto una pagina importante nell'ingegneria del sottosuolo. Grazie infatti all'impiego di una Idrofresa di nuova concezione, Trevi ha acquisito la capacità di realizzare diaframmi fino a 250 metri di profondità; un traguardo mai toccato prima, e fino ad oggi ritenuto impensabile.

La profondità' di 250 metri supera infatti di oltre 100 metri il limite massimo mai raggiunto prima, e rappresenta dunque un primato, tanto sul piano applicativo, quanto su quello delle conoscenze necessarie alla gestione del terreno e delle acque profonde, così come della messa a punto di una macchina capace di scavare fino a quella quota.

L'importante sperimentazione, condotta in un sito che riproduceva reali condizioni operative perché caratterizzato da geologia varia e significativa, è particolarmente rilevante ed è stata sostenuta sul piano scientifico dall'Università di Bologna, dal Politecnico di Torino e dalla Università Politecnica delle Marche.

Il traguardo raggiunto, oltre a dare ulteriore conferma della grande sinergia fra le varie divisioni del Gruppo, apre altresì nuovi orizzonti per la partecipazione alle più complesse commesse internazionali. In particolare la nuova tecnologia messa a punto da Trevi permette ai progettisti di affrontare e risolvere problematiche geotecniche complesse, legate ad infrastrutture idrauliche e non solo in cui è necessario la realizzazione di diaframmi di impermeabilizzazione profondi.

Soilmec, la divisione meccanica del Gruppo, ha dato un contributo fondamentale al successo ottenuto dalla sperimentazione, grazie alla messa a punto della nuova idrofresa Tiger, ad oggi l'unica al mondo in grado di raggiungere la profondità di 250 metri. L'eccezionale risultato è stato possibile anche grazie al sistema DMS (brevetto Soilmec) che ha permesso il monitoraggio in tempo reale dei principali parametri di scavo, consentendo il controllo della verticalità.

Il CEO di Trevi Stefano Trevisani ha dichiarato: "Siamo davvero orgogliosi di aver centrato un obbiettivo difficile, che nessuno aveva mai tentato di raggiungere prima e che senz'altro rappresentava un'importante sfida di carattere progettuale e tecnologico. Ancora una volta il Gruppo Trevi ha ridefinito i limiti dell'ingegneria del sottosuolo con soluzioni che, siamo certi, potranno dare un contributo importante per affrontare nuovi progetti molto complessi e fino ad oggi considerati pressoché irrisolvibili: si aprono dunque nuove opportunità di lavoro per il nostro Gruppo".

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